In occasione del tanto atteso clima estivo che sta lentamente arrivando oggi parliamo di qualcosa di buono e di fresco : il gelato o più precisamente del cono gelato.
Dovete sapere infatti che inizialmente la cialda – biscotto non esisteva e dunque i gelati venivano consumati in vari contenitori che poi venivano lavati e riutilizzati. Il gelato ebbe successo un po’ in tutto il mondo e ciascun paese era solito utilizzare contenitori differenti, come ad esempio in Francia si utilizzavano coni di metallo o di carta,

in Austria si metteva il gelato su un cartone di forma solitamente rettangolare, in Austria e in Germania ci si portavano i bicchieri da casa e molti ne portavano addirittura di grandi dimensioni, come i boccali di birra, per cercare di ottenere quantità maggiori di gelato e a Vicenza addirittura si poneva il gelato su grandi foglie di vite opportunatamente raccolte e lavate per tale uso. Molto usate erano anche le coppette di vetro anche se la maggior parte dei consumatori doveva accontentarsi di coppe o piatti fondi forniti dai gelatai stessi.
I gelatai inoltre, nella maggior parte dei casi, erano ambulanti, si spostavano di città in città cercando di attirare più clienti possibile, soprattutto bambini affascinati dalla dolcezza e dai colori del gelato, ancora alla scoperta del mondo. Erano soliti utilizzare un carrettino refrigerato per portare il prodotto anche se il trasporto era sempre molto scomodo, soprattutto per la pesantezza delle stoviglie.
Come accade sempre per quanto riguarda le migliori invenzioni, anche quella del cono gelato vanta di diverse paternità.  
Alcune portano nel misterioso oriente. Un’altra, molto più concreta, riconduce a un altro italiano emigrato negli Usa via Manchester e dunque scambiato per inglese: Antonio Valvona, contemporaneo e conoscente di Marchioni. Ma è senza ombra di dubbio quest’ultimo, il grande Italo Marchioni, a registrare nel 1903 negli Stati Uniti il brevetto ( n.746971 ) su un grande macchinario per produrre coni gelato commestibili. La macchina, come si legge nel brevetto, «può essere particolarmente comoda per manipolare e modellare la pasta […] in forme insolite che finora non sono mai state create, a causa della delicatezza della sostanza e della difficoltà di staccare la sostanza dagli stampi».
Inaugurò una fabbrica di coni e cialde a Hoboken, nel New Jersey e da quel momento ebbe un enorme successo.
Una delle prime notizie di coni gelato in Italia risale all’inizio degli Anni ‘30, quando un produttore ungherese decise di importare i coni nella bellissima Trieste.
Questa idea dunque fu così geniale da mutare radicalmente le abitudini dei consumatori di gelato.