La lavorazione della pelle, proprio come l’accurata produzione del vino o la creazione di capolavori artistici in oro, è classificabile come uno dei mestieri più antichi legati alla cultura toscana.Sin dal Trecento infatti Firenze fu rinomata per la lavorazione del cuoio: dalla concia alla confezione, dalla vendita all’esportazione.
Originariamente le pelli venivano messe a bagno nel letto dell’Arno, ma a causa delle forti esalazioni, l’attività fu spostata nella zona di Santa Croce, dove ancora oggi esistono via delle Conce e via dei Conciatori. Coloro che decidevano di dedicarsi a questa vera e propria arte frequentavano la famosa Scuola dei Cuoiai in cui s’imparava a praticare tutte le tecniche e le lavorazioni necessarie, a partire dalle selezioni delle pelli importate, alle varie colorazioni, sino ad arrivare alla finitura dell’oggetto.
La tradizionale lavorazione del pellame si intensificò durante l’epoca della famiglia Medici, tra il 1400 ed il 1500, un’era di grande fioritura sia economica sia artistica per tutta Firenze.
Dopo aver ottenuto la proclamazione come Capitale della moda nel 1952, Firenze instaurò una grandissima produzione nonché commercializzazione dell’oggettistica in pelle che non solo andò ad arricchire la città fiorentina ma permise all’Italia di guadagnare un ulteriore pregio reso noto a tutto il mondo.
Ancora oggi la pelle è tra i pochissimi materiali sul mercato che può vantare di rappresentare l’eleganza, la vestibilità e soprattutto la permanenza nel tempo.